
Le Life Skills, o competenze di vita, sono state definite quasi 30 anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come quelle abilità psicosociali da allenare al fine di promuovere l’educazione alla salute sia in ambito scolastico ma soprattutto in quello personale (OMS, 1993).
Si tratta di vere e proprie competenze di vita poiché durante tutto l’arco della vita favoriscono l’adattamento al proprio contesto socio-culturale, permettendo all’individuo di affrontare efficacemente le richieste della vita quotidiana. Per questo è importante monitorarle e valorizzarle nei momenti cruciali dello sviluppo, secondo l’OMS infatti l’età adatta per cominciare ad apprenderle è tra i 6 e i 16 anni.
Allenare le Life Skills con il Gioco di Ruolo
La proposta di utilizzare il gioco per l’allenamento delle Life Skills si basa sul concetto di apprendimento esperienziale (Kolb, 1984), secondo il quale la conoscenza si crea tramite la trasformazione dell’esperienza. Il gioco permette all’individuo di sperimentarsi in un contesto ludico ma strutturato, aumentando l’ingaggio e abbassando le resistenze.
Un gioco di ruolo da tavolo, abbreviato spesso in GDR, è un gioco in cui i partecipanti interpretano il ruolo di uno o più personaggi e tramite la conversazione creano uno spazio immaginario condiviso dove vivono esperienze avventurose come gruppo in cooperazione.
Le regole di un gioco di ruolo indicano come, quando e in che misura, ciascun giocatore può influenzare lo spazio immaginato.
Un giocatore designato, detto narratore, seguendo il regolamento e l’ambientazione del gioco agisce da arbitro e conduce la sessione, descrive il mondo nel quale i giocatori si muovono e narra i risultati delle azioni che gli altri giocatori intendono far compiere al proprio personaggio. Ogni personaggio è descritto da alcune caratteristiche o tratti, a seconda del regolamento di gioco, che ne indicano le capacità e le abilità. Le azioni intraprese nel gioco riescono o falliscono secondo un sistema di regole formali e di linee guida. L’efficacia del gioco di ruolo in ambienti educativi e terapeutici è già stata ampiamente dimostrata (Ducheneaut, 2007; Daniau, 2016; Darvasi, 2019; Scicchitano, 2019).
Evidenze scientifiche circa l’utilità del gioco di ruolo come promotore di benessere psicologico possono essere trovate in questa revisione sistematica di diversi articoli sul tema:
Henrich, S., & Worthington, R. (2021). Let your clients fight dragons: A rapid evidence
assessment regarding the therapeutic utility of ‘Dungeons & Dragons’. Journal of Creativity in
Mental Health, 1-19. https://doi.org/10.1080/15401383.2021.1987367
Il Gioco di Ruolo come cura al Ritiro Sociale
L’uso consapevole e intenzionalmente orientato del Gioco di Ruolo può dunque sollecitare quei fattori di protezioneprima citati che possono arginare o risollevare una situazione di ritiro sociale negli adolescenti, in particolare stimolando alcune Life Skills chiave.
1 Consapevolezza di sé ed empatia
Conoscere sé stessi su molteplici livelli è importante.
Emotivamente, per dare un nome alle emozioni e riconoscerle; riconoscere il proprio modo di reagire di fronte alle situazioni; cognitivamente, per riconoscere i propri punti di forza, aree deboli (o migliorabili), desideri, bisogni, obiettivi, preferenze e gusti.
Altrettanto fondamentale è conoscere l’altro. L’empatia è la capacità di mettersi nei panni degli altri, di riconoscerne e condividerne le emozioni. Utilizzare l’empatia significa comprendere come si sente l’altra persona non solo con la testa, ma anche con il cuore e la pancia.
Il gioco di ruolo è una palestra di consapevolezza ed empatia. Attraverso la simulazione, interpretiamo personaggi dei quali siamo chiamati a conoscere risorse e limiti, motivazioni del loro agire, comportamenti tipici: per vivere bene il ruolo come il gioco richiede, dobbiamo essere consapevoli di chi stiamo portando in scena e degli altri attorno a noi.
2 Comunicazione efficace e assertiva
Significa saper ascoltare e sapersi esprimere in ogni situazione con qualunque interlocutore in modo chiaro (comunicazione verbale) e coerente con il proprio stato d’animo, esprimendo un messaggio coerente tra parole, espressioni facciali, postura (comunicazione non verbale) e voce (paraverbale). Nel Gioco di Ruolo la comunicazione riveste un aspetto centrale e viene continuamente stimolata.
Al livello dei giocatori al tavolo, è essenziale per interagire. Saper comunicare in modo chiaro ed efficace quel che il personaggio da me gestito intende fare è indispensabile. Allo stesso modo, per poter fruire dello spazio immaginario condiviso che è la “fiction”, la storia giocata, è necessario allenare la componente attentiva della comunicazione. Non solo, altresì è importante il rispetto della turnazione.
Al livello della fiction, i personaggi si trovano a dover comunicare tra loro e con molteplici interlocutori dalle mille sfaccettature. Il mondo di gioco diviene una straordinaria palestra simulativa in cui i giocatori (nei panni dei loro personaggi) sono tenuti a tenere conto dei diversi principi di una comunicazione efficace se intendono farsi strada e raggiungere i loro obiettivi; tener dunque conto delle premesse che muovono i personaggi, degli scopi, delle modalità, dei destinatari e delle ricadute della comunicazione, e comunicare al tavolo di gioco con assertività. L’assertività si può definire come la capacità di un soggetto di riconoscere le proprie esigenze e di esprimerle all’interno del proprio ambiente, con buona probabilità di raggiungere i propri obiettivi mantenendo nel contempo una positiva relazione con gli altri.
Chi è assertivo usa un tipo di comunicazione, verbale e non verbale, che è una chiara e diretta espressione delle sue necessità, volontà, desideri o intenzioni. Tiene però anche conto dei sentimenti e delle emozioni della persona con cui comunica.
3 Saper risolvere problemi e prendere decisioni
Risolvere i problemi in modo efficace significa soddisfare sia i bisogni razionali e pratici che quelli relazionali ed emotivi.
Per poter trovare una soluzione è necessario avere compreso con esattezza il problema, proporre e valutare soluzioni, stabilire piani d’azione e verificare, tenendo presente il contesto e le persone coinvolte, compreso se stessi.
Si tratta inoltre di conoscere gli atteggiamenti mentali che rendono la soluzione difficoltosa e di apprendere a sostituirli con pensieri più virtuosi.
Saper prendere decisioni è il processo cognitivo che si occupa della selezione tra alternative possibili. Ogni processo decisionale termina con una scelta finale. Prendere decisioni è un processo volto a identificare alternative basate sulle valutazioni e sulle priorità pratiche, relazionali ed emotive di colui che si trova a dover prendere decisioni.
Questi sono dei pilastri del Gioco di Ruolo: i personaggi nelle loro avventure vanno a confrontarsi con una variegata serie di sfide a cui è necessario approcciarsi con la consapevolezza di chi si è, di cosa si vuole ottenere e di come ottenerlo.
Al livello del tavolo, tra giocatori, stabilire di volta in volta quale corso d’azione far intraprendere al gruppo è un ottimo esercizio di problem solving e decision making.
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