Una storia vera…
Laura è una mamma molto giovane con alle spalle una storia dolorosa. Seppur nella sua vita abbia avuto una serie di difficoltà, adesso si sta impegnando in tutti modi per essere autonoma e poter crescere bene il suo bambino, Leonardo, di circa 1 anno. Laura è sola, non ha parenti o amici che le posso dare una mano, e deve necessariamente lavorare per mantenersi. A lei e suo figlio farebbe molto bene avere una famiglia di appoggio che possa essere vissuta un po’ come altre famiglie vivono gli “zii”, che possano cioè accompagnare il bambino al parchetto a giocare, o lo accompagnino all’asilo quando lei è a lavoro. Si tratta di essere dei riferimenti positivi e aiutare una famiglia un po’ fragile a sentirsi meno sola, e poter essere un sostegno concreto per alcune situazioni che si verificano.
Un po’ di storia…
Lo scorso anno l’affido ha compiuto 40 anni: il 4 maggio del 1983 veniva infatti approvata la legge 184 che sancisce il diritto di ogni bambino a crescere in una famiglia.
In quegli anni in Italia c’erano 230 minori in istituto; oggi i ragazzi fuori famiglia in Italia sono circa 28 mila e la metà di loro sta crescendo in una famiglia affidataria.
Fin dalle origini della lingua italiana “affidare” è stato uno dei verbi più carichi di significato dal punto di vista affettivo e, quando non si raffredda entrando nell’uso burocratico, indica una delle più antiche ed emotivamente ricche esperienze umane: quella di chi, non potendo, per un tempo determinato o per sempre, provvedere a ciò che gli è caro, lo consegna alla cura, alla custodia, alle capacità di persone di fiducia. Nel caso in cui il “bene” sia quello più prezioso, un bambino, l’affidamento diventa un’esperienza che può segnare la vita. La famiglia è infatti insostituibile perché solo in un ambito di relazioni affettivamente ricche, il bambino può acquisire la propria identità, la fiducia in sé stesso e negli altri, la sicurezza di sentirsi amato. Al contrario, la mancanza di figure familiari stabili e adeguate che gli diano l’amore, la protezione, le cure e l’attenzione di cui ha bisogno possono creare in lui traumi anche gravi e difficilmente rimediabili.
Che cos’è l’affido?
È una forma di aiuto temporaneo che prevede l’accoglienza nella propria casa di bambini, ragazzi e adolescenti che vivono situazioni di difficoltà all’interno della propria famiglia d’origine. È un’occasione concreta, pensata e da attuarsi nell’interesse del bambino, affinché possa trovare in un’altra famiglia l’affetto e le attenzioni che i suoi genitori non sono temporaneamente in grado di dargli. L’affidamento non provoca la rottura dei legami con i genitori naturali; a loro si affiancano i genitori affidatari, non per mettersi in competizione, ma per accompagnare il bambino o il ragazzo per un pezzo del suo percorso di crescita, fino a quando non si siano ricreate le condizioni per un rientro nel proprio nucleo familiare. L’affido è disciplinato dalla L. 184/83 (e successive modifiche) e può avere diversi nomi e volti. In particolare, può essere:
– affido a tempo pieno quando il minore vive stabilmente presso la casa della famiglia affidataria;
– affido diurno o affido di prossimità: quando l’aiuto e l’accoglienza vengono offerti per un periodo limitato di tempo come qualche giorno/ora a settimana, il week-end o durante periodi di vacanza.
Chi può accogliere?
Tutti possono offrire la propria disponibilità all’accoglienza: coppie, singoli, famiglie con o senza figli. Non esiste una famiglia affidataria ideale, né vi sono vincoli di età, istruzione e reddito in una relazione umana.
Come si diventa famiglia affidataria?
Quando una famiglia, una coppia, o una persona singola desiderano accostarsi all’esperienza dell’affido viene avviato un percorso di conoscenza e formazione con gli operatori del Servizio Affidi. Terminata la fase di conoscenza viene condiviso il possibile abbinamento famiglia–minore, tenendo in attenta considerazione le specificità del bambino e le caratteristiche degli affidatari. L’inserimento nella famiglia affidataria avviene con gradualità e in base ai bisogni del minore. Gli operatori del Servizio Affidi garantiscono, durante tutto il percorso, l’affiancamento agli affidatari mediante un sostegno educativo e psico-sociale, sia individuale che di gruppo con altre famiglie che vivono l’esperienza dell’affido.
Come e dove sul Territorio? Servizio Affidi “Mi fido di te”
Tramite il Servizio “Mi Fido di Te”, Risorsa Sociale Gera d’Adda – Ambito di Treviglio promuove gratuitamente l’affido familiare sul Territorio, accoglie ed orienta le famiglie disponibili all’affido, accompagna e sostiene le famiglie nei progetti di accoglienza.
Vuoi saperne di più? Fissa un appuntamento telefonando al numero 0363/3112119 e recati presso gli uffici di Risorsa Sociale in Viale Oriano, 6 a Treviglio, oppure visita la nostra pagina web dedicata, QUI!